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ALBERTO GRIFI 
memoria viva 

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a cura di Manuel Canelles 
Una produzione 
CINECLUB BZ / SPAZIO5
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ANNA

di Alberto Grifi e Massimo Sarchielli

23 ottobre 2025, ore 18:00

Sala Videodrome,

via Roen 6, Bolzano

 

Anna è considerato uno degli esempi più significativi del cinema underground italiano: un ritratto potente della Roma alternativa e giovanile della prima metà degli anni Settanta. Una proiezione-evento concepita come esperienza di visione radicale e aperta.

Il pubblico è libero di entrare e uscire, sostare, tornare, immergersi nei tempi lunghi del film.

Un invito a vivere la durata come spazio di libertà e attenzione.

Un gesto ironico per prepararsi a un film che mette alla prova lo sguardo e restituisce la vita nella sua complessità, senza filtri né compromessi.

 

Chi sceglie di restare fino alla fine riceverà un piccolo segno simbolico: una stampa, una frase, una fotografia, un brindisi condiviso.

Per una nuova avanguardia,

una nuova anti-estetica

 

Oggi le immagini sono ovunque, ma spesso svuotate di rischio, corpo e realtà.

Questo progetto nasce come gesto di resistenza: contro la rappresentazione e a favore di una rivelazione dell’immagine.

Non una questione di contenuti, ma di linguaggio, di forma, di postura.

Fare con ciò che si ha, con chi c’è, con i mezzi a disposizione: una libertà produttiva che si oppone al controllo industriale e algoritmico delle immagini.

 

In Alberto Grifi, l’errore, il rumore, l’imprevisto, il fuori fuoco non sono difetti ma rivelazioni.

Riprenderne oggi lo spirito significa accettare il fallimento come dimensione generativa, restituendo all’immagine la sua componente umana e relazionale.

È un cinema anti-perfezionista, che privilegia la presenza al risultato, il processo al prodotto.

 

Il laboratorio invita a usare la camera come strumento di incontro, non solo di registrazione: filmare come atto relazionale, come gesto di contatto tra persone, corpi e mondi.

Grifi è qui un movente, un’esperienza da cui partire per generarne altre — un’occasione per riscoprire il gusto della sperimentazione grezza, giocosa, informale.​​​​​​​​

 

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WORKSHOP

Centro Trevi – Trevilab, Bolzano

 21 e 22 ottobre 2025, dalle ore 15

Un invito a riscoprire la libertà creativa, a sporcarsi con la realtà, ad accogliere l’imprevisto come parte viva del processo.

 

Giorno 1 – Analisi, discussione, immersione

 

Introduzione al lavoro di Alberto Grifi e discussione collettiva sul suo approccio anti-narrativo e sull’uso “sporco” dell’immagine.

Esperimento-incipit nella black box: uno spazio caotico e sensoriale popolato da materiali poveri, frammenti sonori e immagini dai film di Grifi.

Ogni partecipante ha 10 minuti per creare un breve incipit audiovisivo improvvisato, seguendo il proprio impulso espressivo oltre ogni schema estetico.

Giorno 2 – Dalla scintilla alla deriva

Rielaborazione della “scintilla” del giorno precedente, portando la sperimentazione fuori dallo spazio chiuso.

Piccole azioni filmate, incontri, oggetti trovati: esplorazioni della relazione fra cinema, realtà e presenza.

Raccolta facoltativa dei materiali prodotti in un video collettivo, da condividere in un momento successivo al cineclub.

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CENTRO TREVI - TREVILAB BOLZANO

21-24 OTTOBRE (in proiezione continua)

 

Autoritratto Auschwitz

L’occhio è per così dire l’evoluzione biologica di una lagrima

 

Nel film troviamo alcuni frammenti in slow motion: vediamo Monica Vitti che cerca di piangere, un incontro tra Antonioni e Grifi, un film girato nel campo di concentramento di Auschwitz con un sopravvissuto che racconta quei momenti terribili, uno scorcio della Palestina oggi, le riflessioni di Grifi sulla prigione.

Anna

In bilico tra finzione e documentario, è considerato "uno degli esempi più significativi dell'underground italiano", capolavoro indiscusso della sperimentazione visiva del Novecento ilaliano.

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Transfert per camera verso Virulentia

"Transfert per camera verso Virulentia" è un cortometraggio sperimentale diretto da Alberto Grifi nel 1966-67, con una durata di circa 22 minuti. Il film documenta e trasforma in esperienza visiva l'opera teatrale "Virulentia" di Aldo Braibanti, esplorando la sua innovativa ricerca sul teatro e sulla percezione.

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